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Tra leggenda e accoglienza
Nel cuore di Napoli, tra vicoli che respirano storia, si cela una dimora sospesa nel tempo. Qui nacque la leggenda di un gentiluomo il cui nome è diventato sinonimo di charme e ospitalità.
Si narra che, tra le ombre dei vicoli partenopei, vivesse un uomo il cui nome era già leggenda: il Conte di Mascitelli. Non un conquistatore di terre, ma un dominatore del cuore altrui, capace di trasformare ogni semplice incontro in un’esperienza straordinaria. I suoi cortili invisibili erano fatti di sorrisi sinceri, di salotti dove poeti declamavano versi e musicisti intonavano melodie nate da emozioni profonde. Chi varcava la sua soglia, anche solo per un saluto, era avvolto da un’aura di gentilezza autentica, e ne usciva portando con sé un frammento di quella magia partenopea.
Nobile di Spirito
Uomo di sconfinata curiosità, il Conte di Mascitelli coltivava l’amore per le arti in tutte le sue forme. Era solito invitare scultori, pittori e artigiani a mostrare il loro talento tra le mura invisibili del suo salotto, riconoscendo in loro la linfa vitale della bellezza.
Ambasciatore di Napoli
Con discrezione e garbo, egli sapeva raccontare la sua città al mondo: il dialetto diventava poesia, il profumo degli agrumi un canto, le storie dei vicoli un romanzo senza fine. Portava con sé cartoline di emozioni ogni volta che lasciava Napoli, diventandone instancabile messaggero.
Custode del Bello
Per il Conte, ospitare non era un dovere, ma un’arte. Ogni dettaglio — dalla scelta delle lanterne alla qualità dei tessuti — rispondeva a un unico fine: sorprendere l’ospite, fargli scoprire il valore nascosto nelle piccole cose, e trasformare un soggiorno in un ricordo indelebile.